Servizio Mediamo

Un viandante senegalese è diretto in Mali.
Qui viene ospitato da una famiglia per bene che, come è in uso, offre ospitalità al viandante.
All’ora della cena la famiglia manda il bimbo a chiamare l’ospite.
«Kikanà» dice il bimbo.
«Manà», risponde il viandante.
Dopo qualche ora l’ospite trova che la famiglia ha cenato senza di lui.
La cosa di ripete per due giorni.
Al quarto giorno il viaggiatore, un po’ indispettito per l’atteggiamento stranamente inospitale, chiede all’uomo della famiglia: «Perchè non mi avvisate quando è ora di cenare?»
«Lo facciamo sempre. Abbiamo sempre mandato il bambino a chiamarti, ma tu hai sempre risposto che non intendevi venire»
«Non è così. Il bambino, entrato in camera, mi chiedeva “chi sei?” e io rispondevo “sono io”, e così per due giorni».
Ma come è possibile?
Il fraintendimento nasce dal fatto che le parole “kikanà” e “manà” esistono in entrambe le lingue utilizzate per comunicare (bambara e wolof) ma hanno significati diversi. In bambara “kikanà” significa “vieni a mangiare” e “mana” significa “non vengo”.
In wolof gli stessi termini significano “chi è/sei?” e “sono io”.
Il malinteso nasce inoltre dal non aver dato importanza al contesto, dunque agli usi e alla lingua usata nella comunicazione, ma anche dall’aver sottovalutato un aspetto culturale che ha portato ospite e ospitante a rimanere in silenzio per tre giorni prima di sciogliere la questione, per timore di offendere l’altro.
Si introduce così il concetto di relatività linguistica.
Questo racconto di Amadou Koumba è un esempio molto bello di quanto la forma senza il contesto e la conoscenza dell’altro da noi possa provocare malintesi pericolosi.
Questo racconto, che viene narrato ai bambini nell’intento di insegnar loro l’importanza di una corretta comunicazione, racconta cosa significa la mediazione interculturale.

Mediamo è un servizio di mediazione linguistico e culturale.
Negli anni la cooperativa ha avuto modo di intrattenere rapporti e relazioni lavorative con molteplici mediatori linguistici e culturali e ha deciso di sistematizzare tutto questo sapere, istituendo un albo di mediatori con competenza multiple.
Ciò che per noi conta è iniziare a creare una cultura della mediazione.
Troppo spesso la mediazione linguistica e culturale viene confusa con l’interpretariato; un’arte non meno importante, ma che ha sfaccettature e obiettivi sensibilmente diversi.

Il focus della mediazione è costruire ponti, fornire chiavi di lettura, generare cambiamento negli interlocutori favorendo la reciproca conoscenza mediante, anche, l’approfondimento (più o meno formale) di tematiche, schemi, approcci culturalmente connotati.

Il progetto si occupa da un lato di implementare le competenze interculturali e tecniche dei mediatori, facilitando il loro empowerment al fine di strutturare un servizio qualificato di mediazione linguistica e culturale, e dall’altro di fornire questo servizio ai vari Enti, pubblici e privati.

La mancanza di personale altamente qualificato in ambito interculturale favorisce l’insorgere di conflittualità e/o tensioni all’interno dei servizi (dalla Questura ai luoghi di lavoro), esponendo le parti a reciproco stigma producendo incomunicabilità e ostacolando il processo di trasformazione della società in chiave interculturale.

L’atteggiamento di reciproca incomprensione/chiusura comporta spesso un recidivo ritorno ai servizi che concorre ad alimentare situazioni di stress sia nell’utente che negli operatori, in una sorta di spirale negativa di dipendenza che potrebbe essere interrotta, ed invertita di segno, con l’intervento di una figura professionale adeguata.

Per questo è sempre più importante che i mediatori siano coinvolti nelle  istituzioni scolastiche, nelle prefetture, nelle questure, negli ospedali, ma anche presso i centri di formazione professionale, i luoghi di lavoro ecc.

Al momento la cooperativa è in grado di garantire un servizio di mediazione qualificato nelle seguenti lingue:

  • albanese;
  • arabo;
  • arabo marocchino;
  • bengalese;
  • broken english;
  • bysaia;
  • Hindi;
  • inglese;
  • francese;
  • spagnolo;
  • tedesco;
  • cinese;
  • wolof;
  • mandindka;
  • farsi;
  • urdu;
  • punjubi;
  • russo;
  • ucraino;
  • serbo croato;
  • mandinka;
  • bambarà;
  • djulà;
  • romeno;
  • tamasheq;
  • moldavo;
  • malinkè;
  • pular;
  • sussu;
  • somalo;
  • persiano
  • tagalog;
  • ishan

La cooperativa presta già servizio presso la prefettura, la questura e l’azienda sanitaria di Rovigo,nell’ambito del progetto FAMI IMPACT – finanziato dalla Regione Veneto e presso istituzioni scolastiche di diverso ordine e grado.

Importante: i mediatori/mediatrici linguistico-culturali sono liberi professionisti, pertanto è necessario il preavviso al fine di organizzare il servizio di mediazione in maniera efficace.

 

Vuoi collaborare con noi?